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mercoledì 12 dicembre 2012

Come è nato il Fast Reset

Cercavo un modo per trasformare le emozioni "disturbanti" con semplicità, rapidità e sicurezza. Un modo che coinvolgesse anche il corpo, perché le emozioni abitano lì. Un modo che fosse facile e alla portata di tutti. Ho avuto per anni in mente che questo modo esistesse, e che sul corpo ci fossero dei "bottoni"  in grado di cambiare in positivo le nostre reazioni. Questi "bottoni", in effetti, esistono, e sono anche tanti. La Medicina Cinese, per esempio, la riflessologia e la Kinesiologia applicata ne utilizzano parecchi. Forse anche troppi! Me ne interessai, ma la diagnosi su quali e quanti e in che successione usarli la trovai fin troppo lunga e difficile (ebbene, lo ammetto, sono piuttosto pigra). La conoscenza di questi "bottoni", insomma, benché assai intrigante, e vicina a quanto cercavo, non era ancora la soluzione, almeno per me.

Poi ho scoperto le Psicologie Energetiche (Energy Psychology), in particolare EFT (Emotional Freedom Techniques). Era il 2003, in estate. Lessi un libretto in inglese, applicai le semplici indicazioni lì riportate, e risolsi in pochi minuti una grossa arrabbiatura, ma grossa davvero. Ero stupefatta: possibile? così semplice? Avevo "solo" picchiettato certi punti sul viso e sul corpo mentre descrivevo il mio stato d'animo, e quello si era trasformato in tutt'altro. Uso da quasi venticinque anni i fiori di Bach per correggere gli stati d'animo "negativi", e credevo anche allora di conoscere abbastanza bene le emozioni. Le mie più di tutte. Ma questo non mi impedì di provare gioia e stupore per quell'evento. La cosa che ritenni più interessante fu che il mio stato d'animo cambiò in contemporanea, o forse in conseguenza, di una nuova visione e versione di quello che fino a poco prima aveva avuto il potere di rendermi frustrata, irritata e impotente. Nessuna forzatura, ma un'evoluzione naturale e oserei dire più matura del mio punto di vista. E in dieci o quindici minuti!

Però, siccome oltre che pigra sono anche curiosa (può sembrare contraddittorio, ma in me queste due cose convivono alla grande), andai avanti a interessarmi di tecniche simili, e ne sperimentai diverse. Quasi in contemporanea andai a seguire un Master in una disciplina neurofisiologica, che mi diede alcuni spunti davvero interessanti, benché apparentemente svincolati da ciò che stavo cercando, che misi in un mio "cassetto" mentale. Poi, nel marzo 2009, misi insieme un po' di pezzi sparsi, ed ebbi l'intuizione di come comporli in modo inedito, aggiungendo qualche fortunata intuizione. Provai su di me se la cosa funzionasse e, sì! funzionava. Alla grande, per giunta. La prima volta che ne ebbi davvero bisogno, di lì a pochi giorni, risolsi infatti una grossa angoscia, passando attraverso la rabbia e la tristezza, nel giro di due fermate di metropolitana. Non avevo dovuto rinunciare a sentire le mie emozioni, si erano solo e naturalmente trasformate in pochi secondi, consentendomi una visione più chiara, lucida e integrata della situazione. Sentii di avere finalmente a disposizione quello che cercavo, e l'avevo creato io...

 

  

venerdì 24 agosto 2012

Che cos'è FastReset?


Una nuova, straordinaria e innovativa metodica che si avvale di un semplice ma efficace meccanismo neurologico, scevro da autosuggestioni, unito ad uno specifico supporto cognitivo, per conoscere, modulare ed eventualmente risanare la risposta emozionale, senza reprimerla né condizionarla.
In pochi minuti, e spesso addirittura in pochi secondi, è possibile risolvere e guarire, di solito definitivamente, condizioni che provocano disagio emotivo, sia fisiologiche (per esempio lutti, emozioni e sentimenti disturbanti) che disfunzionali (esiti di traumi, fobie, sintomi d’ansia e panico, dipendenze e abitudini nocive, problemi di autostima, conflittualità in ambito relazionale, disordini alimentari, convinzioni auto-sabotanti eccetera).  

Tutto questo sembra impossibile, assurdo, esagerato? in realtà, in genere abbiamo, delle nostre emozioni, un concetto alquanto impreciso. Siamo, cioè, più spesso abituati a credere che le nostre emozioni "siamo" noi. Non a caso diciamo: sono arrabbiato, sono triste, sono nervoso, piuttosto di: sto attraversando un momento di rabbia, di tristezza, di  nervosismo. O, più precisamente: sto rispondendo a questo evento con la rabbia eccetera.  Siamo, cioè, il più delle volte totalmente identificati con le nostre emozioni, invece di immaginarle come modalità di risposta e di adattamento agli eventi che succedono a noi e attorno a noi. 
In effetti, la gran parte delle nostre risposte emotive è automatica o semi-automatica, per questo spesso tendiamo a pensarle "incorporate" alla nostra individualità. E invece? Invece, almeno per noi esseri umani esiste la possibilità di una certa modulazione delle modalità di risposta emotiva. Possiamo, cioè,  scegliere di volta in volta che valore dare agli eventi che incontriamo, e sarà quest'ultimo a determinare la qualità della reazione che avremo e il conseguente comportamento che applicheremo.